Il territorio diocesano da settembre 2023 vede unite le diocesi di

VELLETRI – SEGNI  e quella TUSCOLANA

S.E. Mons. Stefano Russo

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Messaggio del Vescovo Stefano Russo al clero della Diocesi di Velletri-Segni

Unione in persona episcopi della sede di Frascati a quella di Velletri-Segni:

Carissimi fratelli in Cristo,

vi ho convocati questa mattina in Curia per comunicarvi che Papa Francesco mi ha nominato vescovo di Frascati unendo in persona episcopi la sede di Frascati a quella di Velletri-Segni. In questo momento S.E. Mons. Raffaello Martinelli, per 14 anni vescovo di Frascati, sta facendo lo stesso annuncio nella Cattedrale della Diocesi Tuscolana. Accolgo questa nomina con spirito di fiduciosa adesione alla volontà di Dio. Oggi la Chiesa celebra la memoria del Nome di Maria: il suo nome accompagna, fin dall’inizio, il mio ministero episcopale. Quando ho ricevuto la nomina episcopale il 7 marzo 2016, ho scelto di riprendere, come motto, le parole di Maria all’annuncio dell’angelo: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38).

«Secundum Verbum Tuum». È a questo spirito di servizio che mi sforzo di ricondurre ogni giorno il mio episcopato e con questo stesso spirito accolgo questa nuova nomina. È un percorso illuminato e guidato dello Spirito Santo, che si innesta nel Cammino sinodale e che motiva a vivere ancora di più la comunione ecclesiale.

Il mio ingresso a Frascati, come Vescovo, è fissato per sabato 11 novembre 2023, fino a quel momento Mons. Raffaello Martinelli sarà Amministratore Apostolico.

Chiedo di accompagnarmi con la preghiera; affidiamo le nostre Chiese a Maria.

NOTE BIOGRAFICHE

Stefano Russo viene nominato vescovo da Papa Francesco il 18 marzo 2016.

Nasce ad Ascoli Piceno, città capoluogo di provincia e sede vescovile, il 26 agosto 1961.

Formazione e ministero sacerdotale

Segue il Movimento diocesano dell’Opera di Maria. Dopo aver conseguito il diploma di perito tecnico in telecomunicazioni, compie gli studi del ciclo universitario presso la facoltà universitaria di architettura di Pescara, conseguendovi la laurea nel 1990 con una tesi di indirizzo storico.

Inizia il percorso formativo al sacerdozio a Grottaferrata, presso il Centro Gen’s (Generazione Nuova Sacerdotale), Comunità dei Focolari, frequentando i corsi per il baccalaureato in filosofia e teologia presso la Pontificia Università Lateranense.

Il 20 aprile 1991 è ordinato presbitero, nella cattedrale di Ascoli Piceno, dal vescovo Marcello Morgante.

Dopo l’ordinazione, fino al 2007, riveste il ruolo di incaricato per i beni culturali ecclesiastici della diocesi di Ascoli Piceno e presidente della locale commissione di arte sacra e beni culturali. Dal 1990 al 2005 è membro della consulta per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale Marchigiana, coordinando, in questo stesso periodo, le attività del museo diocesano di Ascoli Piceno.

Dal 1996 al 2005 gli viene affidato il compito di incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale Marchigiana dirigendo dal 1996 il lavoro d’inventariazione informatizzata dei beni storico-artistici della diocesi di Ascoli Piceno.

Nel 1999 riceve la nomina ad amministratore parrocchiale presso la parrocchia di San Pietro in Castel San Pietro (frazione di Palmiano). Conclude il suo mandato nel 2001, quando diviene responsabile dell’UDTAP, ufficio che coordina gli interventi di recupero degli edifici di valore storico-artistico, danneggiati dal terremoto, di pertinenza della diocesi di Ascoli Piceno. In quello stesso periodo diviene membro del comitato dell’Ufficio Nazionale beni culturali ecclesiastici della CEI. Viene nominato membro della commissione per i beni e le attività culturali della Regione Marche, ruolo che ricopre dal 2002 al 2005. Nel mese di marzo 2005 viene nominato Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana, incarico che ricopre fino al mese di agosto 2015. In quello stesso periodo continua a servire come vicario parrocchiale la comunità di San Giacomo della Marca. Nel novembre 2015 entra come parroco presso la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Ascoli Piceno.

Ministero episcopale

Il 18 marzo 2016 papa Francesco lo nomina vescovo di Fabriano-Matelica; succede a Giancarlo Vecerrica, dimessosi per raggiunti limiti di età. Il 28 maggio riceve l’ordinazione episcopale, nella cattedrale di Ascoli Piceno, dal cardinale Edoardo Menichelli, con consacranti i vescovi Giovanni D’Ercole e Nunzio Galantino. Il 18 giugno successivo prende possesso della diocesi, nella cattedrale di Fabriano.

Poco dopo l’inizio del suo ministero episcopale l’Italia centrale subisce forti eventi sismici del 2016. Considerata la sua esperienza viene incaricato di rappresentare le diocesi marchigiane presso le istituzioni statali. Interviene su questo tema al Senato nella seduta del 13 giugno 2018.

Nel 2018 il consiglio episcopale permanente della Conferenza Episcopale Italiana lo nomina presidente del Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto.

Il 28 settembre 2018 papa Francesco lo nomina Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana; succede a Nunzio Galantino, rivestirà questo incarico fino agli inizi di luglio 2022.

Il 26 luglio 2019 si conclude il suo servizio presso la Diocesi di Fabriano-Matelica quando gli succede, come amministratore apostolico, l’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, Francesco Massara, il quale, il 27 giugno 2020, viene chiamato a succedergli come vescovo della stessa diocesi vista la decisione del papa di unire in persona episcopi l’arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche e la diocesi di Fabriano-Matelica.

Il 7 maggio 2022 Papa Francesco lo nomina vescovo di Velletri-Segni dove succede a Vincenzo Apicella che lascia la Diocesi per raggiunti limiti di età. Fa il suo ingresso nella diocesi di Velletri-Segni il 26 giugno 2022.

Il 5 settembre 2023 Papa Francesco lo nomina nuovo vescovo di Frascati, unendo in persona episcopi la suddetta sede a quella di Velletri-Segni.

IL MESSAGGIO AI FEDELI

Carissime sorelle e carissimi fratelli,

è con sentimenti di sincera riconoscenza, gioia e affidamento incondizionato al Signore e alla Sua volontà che rivolgo il mio fraterno saluto alla Chiesa di Frascati di cui Papa Francesco ha voluto nominarmi pastore unendo la stessa in persona episcopi alla Chiesa di Velletri-Segni. Quando nel marzo del 2016 sono stato nominato vescovo, una delle prime richieste ricevute è stata quella di indicare un motto episcopale che fosse di orientamento rispetto al mio ministero. Immediatamente ho pensato che, davanti a una chiamata così particolare, la mia risposta non poteva che essere quella di Maria: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). È a tale atteggiamento che mi sforzo di ricondurre tutto il mio episcopato ed è con questo atteggiamento che accolgo l’ulteriore chiamata che attraverso Papa Francesco il Signore mi sta facendo.

Dopo l’annuncio dell’angelo, «Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa» (Lc 1,39). Maria, donna contemplativa, si mette subito in azione insegnandoci, senza tante parole, che la prossimità che siamo chiamati a vivere significa portare Gesù agli altri. La recente Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona ce ne ha fatto fare esperienza concreta, ravvivando e confermando in tanti giovani la consapevolezza che vale la pena spendere la propria esistenza per seguire Cristo. Si tratta adesso di non fermarsi, accogliendo anche noi l’invito rivolto da Papa Francesco di mantenere vivo il ricordo della GMG, facendoci missionari, testimoni di ciò che abbiamo vissuto.

Carissimi tutti, laiche e laici, religiose e religiosi, diaconi e presbiteri, vengo in mezzo a voi per continuare a camminare insieme lungo le strade che il Signore ci indicherà. Il Cammino sinodale che stiamo percorrendo continuerà a essere fonte di ispirazione affinché possiamo ascoltare e seguire la voce dello Spirito Santo. L’unione nella persona del vescovo di due sedi diocesane diventa un ulteriore stimolo a ricercare nella sinodalità le vie di quella comunione che necessita di persone che si mettano in gioco nel segno della carità e della gratuità.

Ringrazio il vescovo Raffaello Martinelli per la vicinanza e la cordialità manifestatami in questi giorni; con competenza e impegno ha guidato questa comunità per 14 anni prendendosene cura con grande generosità.

Attraversiamo tempi non facili in cui emergono molte fragilità che, non di rado, contribuiscono a turbare il convivere sociale. Confido che, come comunità ecclesiale, possiamo farci sempre più artefici di quella prossimità che nasce da uno sguardo vigile e attento alle povertà e alle indigenze – non solo materiali – del nostro territorio.

Questa è una terra bella e benedetta, con una comunità ecclesiale variegata e partecipe, formata da parrocchie, istituti religiosi, aggregazioni ecclesiali laicali, movimenti, confraternite. Ognuna di queste realtà è apportatrice di doni speciali dello Spirito Santo e a ciascuna di esse chiedo di impegnarsi affinché possiamo tutti insieme essere la realizzazione del testamento di Gesù (cfr. Gv 17,21-23). Così come avete fatto in questi ultimi tempi, continuate a sostenermi con la preghiera perché, come pastore, possa sempre mettermi in ascolto dello Spirito Santo. Lui saprà suggerirci i modi per comporre in uno le comunità di un territorio che è diventato più grande. Da parte mia, cercherò di distribuire il mio tempo così da svolgere nel miglior modo possibile il servizio che mi è affidato. Confido nella vostra pazienza e comprensione. La pazienza ci invita ad esercitare le virtù della speranza, della carità e del coraggio accompagnate dalla forza della tenerezza, sentimento che ci fa guardare la realtà con gli occhi di Dio.

Rivolgo un affettuoso pensiero alle famiglie assicurando loro la mia vicinanza. La cura dei figli, l’incertezza del lavoro, la malattia, l’attenzione verso i nonni sono sfide che mettono alla prova la vita di coppia. Siamo coscienti che la Parola di Dio è il riferimento indispensabile per affrontare queste situazioni con serenità, senza farsi travolgere dagli eventi.

Un saluto alle autorità civili e militari, alle amministrazioni locali, alle associazioni, agli enti e alle aziende. A voi va il ringraziamento per l’impegno che mettete ogni giorno nei servizi che curate. Operiamo sullo stesso fronte, instancabilmente, all’edificazione del bene comune, nella certezza che tutte le energie vive e positive presenti nel nostro tessuto sociale possono essere linfa vitale per il territorio divenendo fattori generativi di buone pratiche.

I Santi Filippo e Giacomo, patroni di Frascati, siano per le nostre comunità un continuo stimolo a farci tutti missionari con quello sguardo di chi è capace di riconoscere i volti di tanti fratelli e sorelle che Cristo ci chiama ad accogliere. Vi mando il mio caloroso abbraccio e la mia benedizione.

Stefano Russo

Vescovo di Velletri-Segni

Vescovo eletto di Frascati

 

Il territorio della Diocesi

 

La cattedrale di Velletri (San Clemente) comprenderà quindi le concattedrali di Segni (Santa Maria Assunta) e di Frascati (San Pietro apostolo), nonché le rispettive curie diocesane. La diocesi di Velletri, per tradizione, viene fatta risalire ad un vescovo del I secolo, ma la più certa memoria storica inizia nel 465 col vescovo Adeodato. Segni invece è documentata dal 499 (o 495) col vescovo Santolo. Tuscolo-Frascati invece risalirebbe, con la prima certa documentazione, al 313 col vescovo Zotico che era a capo della comunità cristiana ‘ad Quintanas’ sulla via Labicana (indicata, anche per qualche tempo, impropriamente, come ‘Labico quintanense’, e successivamente Diocesi tuscolana-Frascati).

Lo stemma del Vescovo è diviso in quattro quarti. Nel primo su campo di rosso un chrismon d’oro che allude al mistero pasquale di Cristo. Nel secondo quarto, una stella a 8 punte d’azzurro, emblema della Beata Vergine Maria, stella dell’evangelizzazione. Nel terzo campeggia la figura di un libro rosso che simboleggia la Parola di Dio e il suo primato nella vita dei credenti, oltre che primario compito del Vescovo di annunciare la Parola di Dio. Un riferimento è anche all’antica arte cartaria di Fabriano. Nell’ultimo quarto, lo stemma civico di Ascoli Piceno, città di origine. Il castello vuole richiamare anche la città del cielo e l’edificio spirituale. Il motto “Secundum verbum tuum” riprende le parole desunte dal dialogo della Beata Vergine Maria con l’angelo Gabriele al momento dell’annuncio della nascita del Salvatore.

 

 

 

precedente Vescovo di Frascati fino al 2023

S.E. Mons. Raffaello Martinelli

Lo stemma

Il giglio è il fiore araldico per eccellenza, la leggenda narra che il giglio fu portato al Re Clodoveo da un angelo.
È il simbolo di:
– di San Giuseppe, il quale viene spesso rappresentato con un bastone dal quale germogliano gigli bianchi.
– di purezza (nella fede e nella sessualità-verginità): «Tiene con la destra mano il giglio bianco, percioché interpreta San Girolamo scrivendo contro a Gioviniano, che il giglio è il fiore della pudicitia, et verginità, mentre nel Cantico de Cantici quella sposa celeste canta Pascitur inter lilia [“pascola (il gregge) fra i gigli” (Ct 2,16)], cioè tra persone caste, et pudiche»;
– di lode a Dio: Come incenso spandete un buon profumo, fate fiorire fiori come il giglio, spargete profumo e intonate un canto di lode; benedite il Signore per tutte le opere sue (Sir 39,14);
– di fiducia nella Provvidenza. Infatti Gesù, nel Vangelo, invita a guardare ai gigli per imparare ad aver fiducia nella Provvidenza di Dio: E perchè vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? (Mt 6,28-30).

I colori: ROSSO, BLU, ORO e ARGENTO richiamano i colori degli stemmi di alcune persone o località a cui il vescovo Mons. Martinelli è legato:
– Famiglia: Martinelli (rosso, blu, oro)
– Paese di nascita: Villa d’Almè (argento e rosso)
– Provincia e Diocesi: Bergamo (rosso e oro)
– Papa che lo ha nominato: Papa Benedetto XVI (oro, rosso)
– Città e Provincia di destinazione come Vescovo: Roma (quattro borgate del Comune di Roma appartengono alla diocesi di Frascati, la cui provincia è Roma) (rosso,oro)
– Diocesi: Frascati (azzurro, oro, rosso).

Il significato dei colori:

– Il rosso indica nobiltà, amore, fortezza, martirio
– L’azzurro è il colore simbolo della incorruttibilità della volta celeste, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio;
– L’oro, il metallo più nobile, è simbolo quindi della prima Virtù, la Fede: infatti è grazie alla Fede che possiamo accogliere il messaggio d’amore del Padre;
– L’argento simboleggia varie realtà: l’amicizia, l’equità, la giustizia, l’innocenza e la purezza, la trasparenza, quindi la Verità: l’autentica Verità racchiusa nella Parola di Dio che ci reca il Suo messaggio d’amore e di salvezza.

Il motto: VERITAS IN HUMILITATE

Veritas: richiama la Congregazione per la Dottrina della Fede, ove Mons. Martinelli ha lavorato per 29 anni, di cui 23 anni quale collaboratore dell’allora Prefetto Card. Joseph Ratzinger, oggi emerito Papa Benedetto XVI

Humilitate: richiama lo stemma di san Carlo Borromeo; Mons. Martinelli per 22 anni è stato Primicerio della Basilica di San Carlo al Corso a Roma, e Rettore del Collegio Sacerdotale Internazionale San Carlo.

Significato teologico: la Verità di Dio, che è il Verbo-Figlio di Dio, ha vissuto l’umiltà: anzitutto nell’Incarnazione: il Verbo di Dio si è incarnato nell’umiltà della nostra natura umana; e poi nel Mistero Pasquale: pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce (Fil 2,6-8); il Vescovo annuncia la Verità di Cristo, in umiltà, e cioè con la consapevolezza dei propri limiti, anche conoscitivi e comunicativi nei confronti di detta Verità. La Verità noi la possediamo in vasi di terra: Noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinchè questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi (2 Cor 4,7).